Cos’è l’apicectomia?
Ascessi, granulomi o cisti sono patologie che possono richiedere un trattamento chirurgico. Quando ci si trova in presenza di questi problemi, è possibile che il proprio dentista suggerisca il ricorso all’apicectomia dentale.
Per capire a fondo l’intervento di apicectomia, è importante partire dalle basi. In odontoiatria, il termine “apice” indica la parte più profonda del dente, situata all’estremità della radice.
L’apicectomia è un intervento che prevede la rimozione della porzione terminale della radice del dente, solitamente gli ultimi 3 millimetri, seguita da un’otturazione eseguita per via retrograda, cioè dalla radice anziché dalla corona del dente.
La procedura di apicectomia consiste, in altre parole, nell’amputazione dell’ultima parte di una radice e serve a conservare un elemento dentale che, altrimenti, andrebbe verosimilmente estratto.
In cosa consiste l’intervento di apicectomia
Come osservato finora, l’intervento di apicectomia prevede la rimozione dell’apice infetto di una radice dentale per risanare ascessi, cisti e granulomi che non possono essere trattati attraverso una semplice devitalizzazione.
L’intervento solitamente non è particolarmente complesso.
- Il dente da trattare viene anestetizzato.
- Viene praticata un’incisione gengivale.
- Si procede alla rimozione dell’ultima parte (apice) della radice.
- Si disinfetta la zona trattata per abbattere la carica batterica e prevenire possibili infezioni.
- Dopo aver rimosso l’apice, per impedire l’accesso ai batteri si sigilla il canale radicolare con un’otturazione, definita retrograda in quanto viene fatta dalla parte della radice e non dalla parte della corona come invece avviene usualmente.
- L’intervento si conclude con il riposizionamento dei lembi gengivali.
- I punti di sutura applicati per ricucire la gengiva vengono rimossi dal dentista generalmente dopo 7 giorni dall’intervento.
L’apicectomia può essere eseguita su qualsiasi dente.
Quanto dura un intervento di apicectomia?
La durata dell’intervento può cambiare in base alla posizione del dente, alla conformazione delle radici e all’estensione dell’infezione, sebbene generalmente vari dai 60 ai 90 minuti. Il successo della terapia dipende principalmente dalla capacità di sigillare accuratamente l’apice della radice con l’otturazione retrograda dopo aver accuratamente rimosso il tessuto infetto.
L’apicectomia dentale fa male?
Nonostante sia considerato un intervento invasivo, l’evoluzione delle tecniche chirurgiche e delle procedure anestetiche ha reso l’apicectomia dentale generalmente ben tollerata dai pazienti. L’operazione viene eseguita in ambulatorio in anestesia locale o, quando necessario, con sedazione cosciente.
L’intervento può causare gonfiore e una certa sensazione di dolore post-operatorio, che può essere gestita efficacemente con antidolorifici prescritti dal medico.
Quando fare l’apicectomia
Si ricorre a un intervento di apicectomia quando si registra la presenza di un ascesso, una cisti o un granuloma, non curabili con la devitalizzazione del dente. A fronte di questi fenomeni, i tessuti subiscono dei danni e se l’infezione non viene trattata tempestivamente piò condurre a una perdita graduale dell’osso alveolare intorno all’apice della radice interessata.
I sintomi che accompagnano queste condizioni sono, in genere, un dolore intenso e prolungato del dente, che può verificarsi spontaneamente o durante la masticazione, oppure si può assistere alla comparsa di una fistola, cioè di una comunicazione fra la radice e la gengiva.
Cosa fare dopo l’intervento di apicectomia dentale
Nei giorni successi all’intervento di apicectomia un paziente può manifestare dei disturbi. Generalmente si tratta di lievi dolori o gonfiori della zona interessata al trattamento, di difficoltà masticatoria o di un fastidio o torpore alla gengiva nella zona trattata. In alcuni casi, possono verificarsi anche episodi di sanguinamento. Se l’apicectomia non è andata a buon fine, inoltre, potrebbe rendersi necessario il ricorso all’estrazione del dente.
Per accelerare il processo di guarigione, è importante seguire alcune buone regole indicate dal dentista che ha effettuato l’operazione.
Ecco alcuni consigli utili per favorire un pronto recupero a seguito dell’intervento:
- osservare alcuni giorni di riposo, evitando sforzi fisici;
- se indicato dal dentista, assumere farmaci antinfiammatori per ridurre dolore e gonfiore;
- se prescritto dal medico, assumere un antibiotico per evitare il rischio d’infezione;
- applicare una borsa del ghiaccio all’esterno della faccia in corrispondenza del dente trattato, una volta svanito l’effetto dell’anestesia;
- utilizzare collutori disinfettanti a partire da 24 ore dall’intervento e per le due settimane successive;
- consumare cibi soffici e, possibilmente, liquidi;
- utilizzare uno spazzolino a setole morbide, spazzolando delicatamente la gengiva oggetto dell’intervento.
- non allentare i punti di sutura effettuando movimenti bruschi col labbro.
Per verificare la buona riuscita dell’intervento, a distanza di circa sei mesi, è consigliato effettuare una radiografia. Il tasso di successo dell’operazione è generalmente alto.