A cosa serve la chirurgia ricostruttiva dell’osso
La rigenerazione ossea consente di ripristinare altezza, spessore, permettendo di operare, sullo stesso, implantologia ossea e altri tipi di interventi.
Questa tecnica prevede l’applicazione di miscele di osso sintetico e osso del paziente su quello da rigenerare. Ogni innesto osseo viene protetto da una membrana, che ha lo scopo di preservare e stimolare la crescita ossea. L’intervento viene solitamente eseguito in anestesia locale.
Quando viene effettuata la chirurgia ricostruttiva dell’osso
La chirurgia ricostruttiva dell’osso viene eseguita, in genere, a fronte di:
- Malattie parodontali
- Estrazioni dentali
- Rimozione di neoplasie o cisti
La rigenerazione ossea dentale prevede l’incremento della quantità di osso tramite un innesto e si effettua quando non c’è osso sufficiente per supportare un impianto.
Come avviene la rigenerazione ossea
Il procedimento di rigenerazione ossea inizia con l’innesto di materiale osseo, che può essere autologo (prelevato dal paziente stesso), allogenico (da un donatore), xenogenico (da un’altra specie) o sintetico. Durante l’intervento, l’area interessata viene pulita e preparata, dopodiché viene posizionato il materiale innestato.
Spesso si utilizzano membrane barriera per guidare la rigenerazione e prevenire l’intrusione di cellule non ossee. Tali membrane sono essenzialmente di due tipi:
- Membrane riassorbibili: questa tecnica si utilizza principalmente per il ripristino del corretto sviluppo orizzontale dell’osso. Al di sotto della membrana viene inserito del materiale di riempimento (in genere un pezzo d’osso del paziente stesso, in alternativa un osso artificiale in materiale sintetico biocompatibile o proveniente da un donatore o da una specie diversa, come i bovini) che serve a formare il nuovo tessuto osseo. Il micro pin in platino con cui viene fissata la membrana viene rimosso una volta che questa si è disciolta.
- Membrane non riassorbibili: tecnica utilizzata per ripristinare ossa profondamente danneggiate. La membrana, applicata nello stesso modo di quella riassorbibile, è realizzata in PTFE (politetrafluoroetilene) e fissata con pin in titanio. Non essendo riassorbibile, il PTFE mantiene la sua funzione di barriera inalterata fino alla rimozione e non costituisce una variabile nel processo rigenerativo osseo.
In alcuni casi, vengono impiegati fattori di crescita per accelerare la formazione del nuovo osso.
Decorso post-intervento e tempi di guarigione
I tempi di guarigione a seguito di un intervento di rigenerazione ossea dentale variano a seconda della salute generale del paziente, della tecnica scelta per l’intervento e della complessità della procedura e possono variare da diversi mesi fino a un anno, durante i quali il materiale innestato viene gradualmente sostituito da nuovo tessuto osseo del paziente.
Il processo di rigenerazione ha una durata media che può durare 3 mesi e protrarsi fino a 6, mentre la rimozione del pin, ed eventualmente della membrana, avviene a distanza di 9 mesi dall’intervento. Durante questo periodo l’osso innestato va a integrarsi con quello naturale, formando una base solida. Una volta completata la rigenerazione ossea dentale è possibile intervenire con l’inserimento di impianti dentali.
Consigli post-intervento
Nei giorni immediatamente successivi all’intervento è vietato il consumo di alcol e caffè. Anche fumo e tabacco vanno evitati per almeno 3 giorni.
Per quanto riguarda l’igiene orale quotidiana, invece, è preferibile utilizzare spazzolini a setole morbide a partire da qualche giorno dopo l’intervento e fare ricorso a un collutorio antibatterico e antimicrobico.
Inoltre, è consigliabile seguire una dieta morbida per evitare traumi all’area trattata.